A scuola di ostacoli con Marzia

13 Marzo 2017

Un pomeriggio speciale con Marzia Caravelli alla scuola di atletica Eucalipti del CR Lazio per l'iniziativa "A Scuola con gli Azzurri".

Un pomeriggio insolito al campo degli Eucalipti a Roma è stato quello dello scorso 10 marzo, che ha visto l’azzurra Marzia Caravelli, atleta dell’Aeronautica Militare, ospite della locale scuola di atletica del CR Lazio.

L’atleta, specialista nei 100Hs e ultimamente nei 400hs, è stata completamente assorbita nel ruolo di tecnico per tutto il pomeriggio ma si è anche resa disponibile nel dare consigli e nel firmare autografi e fare foto con i bambini.

L’intervista che seguirà le è stata preparata da alcune giovani atlete, categoria allieve, che hanno sperimentato gli 80hs, i 300hs e che quest’anno proveranno  per la prima volta i 400hs e precisamente Francesca La Greca, Matilde Biella e Martina Santambrogio.

Innanzitutto grazie per essere venuta! Non è cosa di tutti i giorni poter fare una lezione così diversa. Per prima cosa volevamo chiederti come ti sei avvicinata all’atletica e grazie a chi.

Mia mamma aveva fatto atletica da giovane e a casa ci aveva sempre raccontato di quando lei faceva le gare, allora prima ha ceduto mia sorella e poi ho cominciato anche io.

Ora sei una specialista degli ostacoli, ma hai sempre fatto quelli o da piccola preferivi qualche specialità diversa?

Ho cominciato con il salto in alto, con i giochi della gioventù a scuola, e mi piaceva anche parecchio quindi io puntavo a diventare una saltatrice; però facevo un po’ di tutto, salto in lungo, velocità, ostacoli, e quando il mio allenatore ha  visto che ero un po’ più portata per gli ostacoli mi ha indirizzato lì. Anche se dopo il primo allenamento con gli ostacoli mi sono detta che non erano per me, ma poi le cose cambiano.

Nel nostro gruppo facciamo quasi tutti ostacoli, sia 100 che 400; visto che li hai provati entrambi, qual è la tua distanza preferita?

Questa domanda me la aspettavo e quindi ci ho pensato un po’, e in realtà non c’è una risposta. I 100hs li ho fatti per quasi 18 anni quindi è una gara che sento mia, i 400hs li faccio da 2 anni quindi partono un po’ in svantaggio,  mi hanno comunque sorpresa perché pensavo fossero più antipatici, invece è veramente una bella gara e sono stata molto contenta di aver provato questa esperienza nuova. Quindi per tutti i ricordi che ho sono particolarmente affezionata ai 100hs ma sono due gare assolutamente sullo stesso livello.

Sempre nel nostro gruppo siamo quasi tutti allievi e iniziamo a provare quest’anno i 400hs; hai qualche consiglio da darci?

Anche io ero un po’ preoccupata all’inizio, perché dei 400hs il problema non sono gli ostacoli ma i 400, ma in realtà i problemi sono quelli che ci facciamo nella nostra testa, quando iniziamo a dire “Oddio quando arrivo ai 200 mancano ancora 200 metri”, oppure “Poi mi si imballano le gambe e non ce la faccio, devo saltare il 10° ostacolo che sto rotolando”. Poi quando sparano e parti, succedono queste cose (perché succedono!!) però ormai sei nella gara e non ci pensi. Quindi il consiglio che posso darvi è di prendere le gare con libertà e serenità, senza cercare troppe soluzioni ai problemi che poi potrebbero esserci o non esserci. E se vi viene un po’ di “botta” non succede niente.

E invece qualche consiglio per conciliare scuola-allenamento o come nel tuo caso lavoro-allenamento?

Quella è stata una grande sfida.


Adesso sono arruolata nel gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare ma non da moltissimo, infatti ho fatto le Olimpiadi di Londra 2012 da civile e lavoravo. Sono andate anche meglio delle ultime a Rio 2016, quindi non è stato un limite: l’importante è porsi un obiettivo preciso in modo da riuscire ad organizzarvi al meglio.

Non hai mai pensato di lasciare l’atletica o il lavoro/studio?

No. Nonostante l’atletica sia la mia vita, è solo un periodo, finito il quale comunque la vita va avanti ed è giusto che uno abbia anche altre aspirazioni e si prepari per il futuro. Altrimenti fai l’atleta, e dopo? Magari è tardi. Per quanto l’atletica ti porti via tanto tempo e ti costringa a fare scelte di vita particolari (per esempio le estati o i week-end che dedichi alle gare) bisogna comunque avere degli strumenti per il dopo, per il resto delle cose altrettanto belle che ci saranno.

Qual è stato il momento più emozionante della tua carriera?

Ci sono due momenti in particolare: quando ho fatto il record italiano sui 100hs (12”85), che è stata anche la prima volta che ho corso sotto i 13 secondi, e quando sono entrata per la prima volta nello stadio delle Olimpiadi di Londra. Due emozioni molto diverse: la prima è stata proprio una soddisfazione, ero felicissima; la seconda da togliere il fiato.

Iniziando a frequentare le prime gare importanti abbiamo notato che ogni atleta ha il suo rito scaramantico; qual è il tuo?

In realtà non ho un rito scaramantico particolare. L’unica cosa che faccio è gareggiare sempre con gli stessi calzini!

Segui qualche dieta particolare?

Più che una dieta seguo un’alimentazione, sotto la guida di una nutrizionista, che ha corretto quello che mangiavo e quando mangiarlo e questo mi ha aiutato tanto. Non è una dieta che mi impedisce di mangiare ma mangio in maniera ordinata, ecco. E un piccolo vantaggio dei 400hs è quello di poter mangiare leggermente di più.

Ok, per questo ora vogliamo dedicarci ai 400hs! Come sono organizzate invece le tue giornate?

Mi alleno prevalentemente la mattina, tra le 10 e le 13 di solito sono al campo, due o tre volte a settimana doppio. Il resto del tempo lo dedico o a fare “manutenzione”, come la chiamo io, per curare qualche acciacco qua e là da tenere sotto controllo, o all’università nella facoltà di Scienze della Nutrizione umana.

Per finire volevamo chiederti dei consigli per i più piccolini che si approcciano all’atletica adesso.

Il consiglio è divertirsi. Perché venire al campo malvolentieri non porta da nessuna parte, quindi l’importante è stare bene. Quello che mi ha fatto continuare per tanti anni è stato il gruppo di amici che si allenava con me: andavo al campo perché stavo bene, erano due ore per staccare, stare all’aria aperta e anche la fatica diventava minore. E questo non va mai perso.

E per chi inizia a sognare un po’ più in grande?

Il consiglio è lo stesso! E poi aggiungo di porsi obiettivi graduali, perché è giusto sognare in grande ma per gradini e avendo pazienza. Oggi gli stimoli esterni possono spingervi a pensare che se non avete ancora fatto un certo risultato o una nazionale non siete nessuno. Io ho iniziato a correre forte a 25 anni, prima mi sono divertita tanto, e posso dirvi di rispettare il vostro tempo, c’è chi esce prima e chi dopo.

Grazie mille per i consigli e per essere stata con noi! Ti lasciamo ai più piccolini del turno dopo!

 

A cura di Francesca La Greca, Matilde Biella e Martina Santambrogio



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