Ai vostri posti... Alberto Milardi

09 Gennaio 2017

Il direttore tecnico della Studentesca Rieti si racconta, tra l'addio al papà Andrea Milardi, gli aneddoti e il futuro

Alberto Milardi ha 37 anni e da quando è nato frequenta ogni giorno lo stadio d'atletica di Rieti, il tempio Raul Guidobaldi. Non è da tutti essere figlio di una leggenda: suo papà, Andrea Milardi, è l'artefice del miracolo dell'atletica reatina, piccolissimo capoluogo e straordinario vivaio, alla ribalta nazionale da quarant'anni come club tra i più titolati d'Italia.

Andrea Milardi - già presidente di questo comitato regionale e consigliere nazionale - se n'è andato lo scorso anno, a fine marzo. Aveva 70 anni. A Rieti lo venerano con il rispetto che si deve soltanto ai miti. Il suo insegnamento e i suoi valori, l'attaccamento al mondo scuola e la promozione del movimento di base, la passione e il sentimento, proseguono nell'impegno quotidiano dei tre figli (Alberto, Chiara e Vittoria) e della moglie Cecilia Molinari che ne hanno raccolto il testimone.

Nel nostro primo appuntamento del 2017 di "Ai vostri posti" abbiamo voluto incontrare il maggiore dei tre, Alberto, delegato provinciale Fidal Rieti e nuovo direttore tecnico della Studentesca: da qualche mese - appunto - intitolata ad Andrea Milardi.

 

Ciao Alberto, un anno duro ed intenso per la tua famiglia quello che si è appena chiuso, ma anche pieno di affetto nei vostri confronti da parte di tutta l’atletica italiana. Adesso il ricordo di tuo papà è nel nome della Studentesca Rieti, il suo profilo disegnato sulle magliette dei tanti vostri ragazzi, ma Andrea Milardi è davvero andato via o continua a vivere con la sua squadra?

Era un punto di riferimento e come tale la sua assenza si fa sentire eccome. Nel quotidiano però sembra che sia sempre li, ad osservarci appena fuori dalla pista, non c’è un risultato che ognuno non voglia condividere con lui. La sagoma del volto inserita nello stemma e assegnare il suo nome alla società penso sia stata la scelta migliore che si potesse fare.

Tutto nacque nel 1975, quando tuo padre insieme a pochi altri fondò la sua società di atletica a Rieti, un progetto che con il passare degli anni si è dimostrato tra i più riusciti a livello di club nell’atletica della Penisola. Ti ha mai raccontato qualche aneddoto particolare di quelle origini?

Di aneddoti ce ne sarebbero davvero tanti e penso che in un futuro non tanto prossimo potrebbero essere raccolti in un bel libro. Ricordo l’inizio, la scissione dall’Atletica Rieti, le prime maglie da gara regalate dal Coni, anni indimenticabili.

Una storia ricca di successi, nei suoi racconti c’era una vittoria che amava ricordare di più?

Amava ricordare tanti aneddoti, non necessariamente solo di vittorie. Forse la più bruciante fu quella del ’91 quando a Conegliano le due squadre Allievi furono seconde per mezzo e un punto. Ci rifacemmo qualche anno dopo a Modena..

Adesso tu hai il compito assieme alle tue sorelle ed allo staff che ruota attorno alla squadra di portare avanti il progetto Studentesca. Cosa significa dover gestire una squadra di atletica di questo tipo? Quali sono le difficoltà più ricorrenti?

Lo staff creato in 40 anni di storia ha permesso di reggere al duro colpo; ci ha lasciato l’onere e l’onore di gestire una realtà importante che parte dalla scuola di atletica fino al settore Assoluto. La difficoltà maggiore è sempre quella degli sponsor, soprattutto negli ultimi anni. Siamo fortunati ad essere affiancati da due  istituti importanti. Intesa Sanpaolo e Fondazione Varrone ci consentono una stabilità societaria al di fuori del comune, ma il merito è essersi meritati il loro sostegno. 

 Oggi la Studentesca Rieti Andrea Milardi che numeri ha in termini di iscritti? Quanti tecnici sono al servizio della squadra?

Al momento possiamo contare oltre 500 giovani delle scuole giovanili ai quali sommare il settore assoluto di Rieti e provincia senza contare le società collegate. I tecnici che lavorano al Guidobaldi sono più di 20, tanti, ma assolutamente necessari per portare avanti un movimento così importante.

Sono passati tanti atleti tra le vostre fila, alcuni di primissimo piano: non è facile, ma te la senti di indicare tre atleti che secondo te hanno influito più di tutti nella storia della società?

L’atleta che ci ha portato alla ribalta mediatica è senza dubbio Andrew Howe, ai tempi un extraterrestre per il panorama nazionale fin da giovanissimo. Primi di arrivare ad Andrew quanti ne sono passati.. Pina Tozzi, Emiliano Pizzoli, Laura Spagnoli, Tonino Mosconi, Patrizia Spuri, Angelo Cipolloni, penso che già citarne solo alcuni possa però creare disparità.

Adesso siete una delle realtà più invidiate sul panorama nazionale, qual è secondo te l’elemento fondamentale alla base dei vostri successi?

Mi piace ripetermi e prendere spunto da un pallino fisso di papà. Il rapporto con la Scuola è fondamentale, siamo nati da questo connubio e da sempre ne faremo un punto di forza.

Come si fa a rendere interessante l’atletica? Con quali attività promuovete l’atletica sul territorio?

L’atletica comporta sacrificio e non sempre può risultare divertente così è bene promuoverla con tanti iniziative correlate. Partendo dal Correre, Saltare e Lanciare che è parte integrante col progetto nelle scuole elementari, Ne abbiamo provate tante, dall’album delle figurine, alle corse nei centri commerciali, eventi in piazza, lo speed test...

Anche il Meeting di Rieti e le altre manifestazioni di rilevanza nazionale ed internazionale che ospitate costantemente possono avere una ricaduta positiva nell’avvicinare i giovani. Che tipo di risposta avete riscontrato in termini numerici di adesioni all’atletica?

La stagione successiva alle Olimpiadi ha sicuramente un grande riscontro, soprattutto se poi nel mondo dell’atletica ci sono personaggi assoluti come Usain Bolt. Il Meeting ha da sempre il suo fascino, una manifestazione internazionale di quel livello ha un potere trainante incredibile per tutto il movimento. 

Gli impianti che avete a disposizione sono praticamente il top in Italia, strutture di primissimo livello che per esempio neanche Roma può vantare. Qual è il segreto per riuscire a tirar su un polo dell’atletica come il vostro? 

Siamo stati bravi e fortunati ad avere avuto negli anni delle Amministrazioni che hanno capito l’importanza del nostro movimento permettendo all’impianto continui miglioramenti.

Quali sono i vostri obiettivi e gli appuntamenti da non perdere per la prossima stagione?

Obiettivi sono tanti su tutti i fronti, a cominciare dalle indoor dove dobbiamo difendere lo scudetto maschile. Dal punto di vista organizzativo quest’anno ci toccano i Campionati Italiani Allievi, proprio come nel 2014, la prima tappa di un lungo cammino che ci porterà agli Europei Allievi 2020.

Per il futuro hai un sogno che vorresti realizzare per l’atletica a Rieti?

Il sogno di tutti noi è quello di trovare le risorse per un impianto indoor adeguato alla struttura attuale. Sarebbe un ulteriore salto di qualità e Rieti potrebbe diventare un punto di riferimento in Italia anche nella stagione invernale.



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