Cestonaro riparte da 13,62 dopo l'operazione

07 Agosto 2020

A Vicenza nel triplo il miglior debutto di sempre per l’azzurra, cambiando piede di stacco e con rincorsa ridotta: “Ottime sensazioni, non vedevo l’ora di tornare a fare ciò che amo”

Ricomincia a saltare Ottavia Cestonaro. All’esordio stagionale nel triplo l’azzurra, sulla pedana di casa a Vicenza, atterra a 13,62 (vento +0.6). Per la prima volta la 25enne dei Carabinieri ha scelto di staccare con il piede sinistro, dopo l’intervento al ginocchio destro a cui si è sottoposta a fine marzo. Ma in questa gara anche di adottare una rincorsa ridotta a dodici passi, anziché quella completa di sedici, per un risultato che è quindi incoraggiante: il suo miglior debutto di sempre, oltre che una prestazione nettamente superiore a quanto ottenuto nell’attività indoor dello scorso inverno (13,36). Promettente anche la serie: al primo tentativo la misura più lunga di giornata, poi 13,49 al terzo e 13,58 al quinto. La vicentina nella passata stagione è arrivata a 14,18 piazzandosi terza agli Europei a squadre di Bydgoszcz, prima della maglia azzurra ai Mondiali di Doha e della medaglia d’argento ai Giochi Mondiali Militari. Secondo posto oggi con il personale all’aperto di 13,34 (-0.5) per la junior Veronica Zanon (Assindustria Sport Padova), primatista italiana under 20 in sala.

“Felicissima per aver fatto sei salti senza sentire dolore - commenta Ottavia Cestonaro - e super soddisfatta per le ottime sensazioni che ho provato. L’obiettivo era superare i 13 metri, che per me sono un buon indicatore con rincorsa ridotta. Al primo salto quasi non ci credevo, ma il gesto era facile e decontratto, anche se ancora nuovo dopo appena due mesi di lavoro. E neppure con rincorsa completa c’era stata una misura come questa nell’esordio degli anni scorsi. La velocità di entrata non è massimale e va ancora migliorata la tecnica, vuol dire che si può crescere. Penso che sia la strada giusta, insieme al papà-coach Sergio, alla sorella-fisioterapista Mariavittoria e a Barbara Lah che ci aiuta nella parte tecnica. Avevo una voglia pazzesca di saltare, di impegnarmi per rientrare. In quei venti giorni di stampelle e nei due mesi di riabilitazione pensavo solo a tornare in pedana, prima possibile, a fare ciò che amo”.

l.c.

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