Mondiali: l'ultima giornata è il Festival della marcia

12 Agosto 2017

Domenica 13 agosto, otto azzurri impegnati nelle tre gare del tacco-punta a Londra

Domenica 13 agosto l'ultima giornata dei Campionati del Mondo di Londra sarà dedicata al festival della marcia. A partire dalle 7:45 locali (8:45 in Italia) sul lungo viale alberato di The Mall inizierà una lunga mattinata che, per la prima volta nella storia della rassegna, metterà in palio quattro titoli iridati. Oltre alla 20km, infatti, anche la 50km, finora un'esclusiva maschile, vedrà le donne in gara per le medaglie. Otto in tutto gli italiani al via: i cinquantisti Marco De Luca e Michele Antonelli, le ventiste Antonella Palmisano, Eleonora Giorgi e Valentina Trapletti e, sempre sulla 20km, Giorgio Rubino, Matteo Giupponi e Francesco Fortunato.

Per Antonella Palmisano, Londra rappresenta il secondo Mondiale della sua carriera. Due anni fa a Pechino arrivò quinta, mentre nel 2016 è stata quarta alle Olimpiadi di Rio. "Sono un'atleta diversa - racconta la pugliese delle Fiamme Gialle che ha appena compiuto 26 anni -. Penso di essere più matura e con un'accresciuta consapevolezza da professionista. Le avversarie non mancano, la gara non è per niente scontata: penso alla russa Afanaseva, alle tre cinesi Lyu, Wang e Yang e alla messicana Gonzalez. Non ho in mente particolari strategie, ma voglio essere davanti nel momento in cui si deciderà la gara. Per la prima volta mi presento ad un grande appuntamento con una preparazione completa, senza intoppi fisici. Nell'ultimo periodo mi sono allenata come sempre con il mio gruppo e il mio coach Patrizio Parcesepe per 25 giorni a Roccaraso, poi rifinitura finale a Roma. Nel 2016 dopo Rio mi è arrivata la proposta di matrimonio da parte del mio fidanzato Lorenzo: ci sposeremo l'anno prossimo a settembre".

Eleonora Giorgi a Londra ha vissuto nel 2012 l'emozione della sua prima Olimpiade. Il 2016 per la primatista italiana assoluta della 20km è stata una stagione complicata dalle palette rosse di Roma e Rio. A dicembre poi l'operazione al ginocchio e l'avvio di un nuovo anno nel segno del recupero: “Sono diventata più resiliente - le parole della lombarda delle Fiamme Azzurre allenata da Gianni Perricelli -. Mi sono piegata ma non spezzata. E soprattutto non mi sono arresa, che sarebbe stata la cosa più logica e più facile da fare dopo quello che mi è successo. In fondo ho una laurea alla Bocconi, potrei fare altro nella vita, no? Ma sogno ancora in grande e credo di avere ancora molto da dare all’atletica. Sì, penso a Tokyo 2020. L’Olimpiade di Londra 2012 è stata la mia prima gara importante, la mia prima volta con le migliori al mondo. Arrivai 13esima, su un percorso che anche allora passava davanti a Buckingham Palace…un’emozione che porto ancora nel cuore. Cinque anni fa ero spensierata, tutta un’altra Eleonora rispetto a quella che sono oggi. Mi mancano molti mattoncini, ho perso gran parte stagione invernale per l'operazione al ginocchio. Punto ad arrivare alla fine di una gara".

Valentina Trapletti, 32enne milanese dell'Esercito, si presenta all'appuntamento con il resto del mondo con il PB migliorato a 1h30:58 in Coppa Europa: "Per ora sono tranquilla, ma il pensiero del mio secondo Mondiale dopo Berlino 2009 - spiega l'alleva di Enzo Fiorillo - un po' mi mette la pelle d'oca. Domani sarà una grande emozione. Vengo da una buona annata. Penso che sarà una gara in cui conterà soprattutto usar la testa".

Matteo Giupponi: “Vengo da un inverno di infortuni e la condizione non è quella del passato. Per questo non partirò forte come nel 2016, resterò cauto nelle fasi iniziali e poi spero di risalire un po’ nel finale. Mi aspetto i primi 10 chilometri in 19:10 – 19:15, poi scatterà la bagarre. Per salire sul podio ci vorrà almeno 1h19:20. 50 chilometri anche per le donne? Penso che sia solo una questione di allenamento”. 

Francesco Fortunato: “Per me è l’anno zero a livello tecnico, abbiamo lavorando molto e con attenzione. Senza tanti russi la specialità ha visto rimescolarsi le carte, chissà cosa ne nascerà… io sarò nella seconda schiera, ai miei ritmi. Spero di costruire un bel finale”.

La 50km vedrà al via Marco De Luca, alla sua settima partecipazione a un Mondiale, e l'esordiente Michele Antonelli. “Ho iniziato a Helsinki 2005 – le parole di Marco De Luca - e sono ancora qui. Solo Nicola Vizzoni ha più presenze iridate di me, ma onestamente non credo che arriverò a nove… rischierei il divorzio!”. Scherza il romano, sposato con Claudia e papà di due bimbe. “Per me è un momento di transizione. A 36 anni ho cambiato allenatore, non è stato un anno facile e arrivo a questo Mondiale con un percorso diverso dal passato. Nel 2016 ho realizzato i miei primati personali sia sulla 20 che sulla 50km, qui a Londra non credo che potrò migliorarmi ma credo che potrò far bene. Se tutto dovesse andare nel verso giusto penso a un crono nell’ordine dei 3:47”. Cosa ti aspetti dalla 50km? “Mi aspetto meno colpi di scena rispetto a Rio, dove il caldo ha condizionato molto la gara e messo KO diversi atleti, fra cui Diniz. Negli ultimi 10 chilometri, come sempre, potrà succedere di tutto”.

Michele Antonelli: “Gareggiare a Londra è quasi un sogno - racconta il marchigiano - guardai l’Olimpiade del 2012 dal divano di casa, appena uscito dal coma dopo un brutto incidente. Un imprevisto che mi ha cambiato profondamente. Ora guardo in modo diverso alla sofferenza e alle difficoltà. Non credo di avere un particolare talento fisico ma la forza mentale è il mio vero punto di forza, ciò che mi permette di emergere”. Continua il 23enne: “La mia caratteristica è quella di partire piano e finire forte. Farò così anche domani, partirò nelle retrovie e fino al 20-25esimo chilometro penserò solo a curare la tecnica di marcia e risparmiare energie. Da lì in poi vedremo cosa succederà, mi piacerebbe finire in crescendo e recuperare posizioni, come è successo, in piccolo, in Coppa Europa a Podebrady dove ho fatto anhe il personale (3h49:07, ndr). Mi piacerebbe fare il mio record, ma è la mia prima esperienza in una grande manifestazione e so che un po' dovrò mettere in conto anche un po' di emozione”.

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