Milardi: ''Integrazione, donne e... la pancetta di Re''

02 Ottobre 2019

L'allenatrice reatina del primatista italiano è stata intervistata da La Stampa. Tanti i temi toccati sulle colonne del quotidiano: l'assalto alla semifinale di stasera, ma non solo...

di Christian Diociaiuti

In attesa di vedere Davide Re in semifinale ai mondiali di Doha per conquistare la finale dopo una straordinaria batteria in 45.08, il quotidiano La Stampa ha intervistato la sua allenatrice, Maria Chiara Milardi. Reatina, figlia del guru dell’atletica “Made in Guidobaldi”, Andrea Milardi, porta avanti la tradizione di famiglia allenando molti atleti che calcano la scena internazionale. Nella sua “scuderia” Matteo Galvan, (Fiamme Gialle); Daniele Corsa (Fiamme Oro), Maria Benedicta Chigbolu (Esercito), Andrew Howe (Esercito), Maria Enrica Spacca (Carabinieri).

LAVORO - Milardi – che vanta 4 atleti a Doha - ha parlato anche di Davide Re, alla vigilia della gara in cui il quattrocentista proverà a entrare tra i primi otto al mondo nel giro di pista (semifinale alle 19.35, diretta RaiSport): “Abbiamo iniziato a lavorare su questo preciso obiettivo quando era impossibile crederci" dice Milardi.

DONNE E… - Ma non solo. Sulle colonne de La Stampa si parla di integrazione e del tema del genere nello sport.  E partendo dalla questione dell'impossibilità di seguire atleti maschi in alcune palestre in Qatar, che si dipana la chiacchierata tra la giornalista Giulia Zonca e Chiara Milardi. Lei ha vissuto discriminazioni di genere? "Sono stata giudicata in quanto donna. Fino a che allenavo i ragazzini ero bravissima, poi sono passata ai professionisti e di colpo il metro di giudizio applicato agli uomini non valeva, ho deciso di non farci caso". E sul confronto con altri tecnici dice: "Con le allenatrici comunque mi sento di più: a differenza dei colleghi, non pensano mai che parli dei loro atleti per rubarglieli".

INTEGRAZIONE - Poi il tema dell'integrazione, con l'atletica che è esempio. E anche il gruppo che Milardi dirige: "Lavoriamo a Rieti e in una città piccola si nota di più il bene che fa dare dei riferimenti di questo tipo. I ragazzini che vengono al campo e vedono Re che corre con Benedicta Chigbolu crescono senza differenze in testa e pure senza inutili fisse sul fatto che gli atleti di colore vadano più forte dei bianchi". Su Re: "È venuto da me con la pancetta dicendo 'tanto non se ne va'. Figuriamoci. La strapotenza e lo strafisico non sono ereditari". per l'allenatrice reatina "La mentalità si può cambiare, Davide lo dimostra. Si è spinto oltre quel che si poteva permettere e che ha costretto me a guardare avanti" ha concluso l'allenatrice reatina. 

File allegati:
- Davide Re è in semifinale

L'articolo de La Stampa dedicato a Maria Chiara Milardi


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